Battiti Letterari la rubrica di Carlotta Servidei

15.03.2023

"Non ti muovere" di Margaret Mazzantini

L'amore… esiste qualcosa di più grande? L'amore cos'è? Tante risposte per una sola domanda. Vediamo cosa ne dicono gli autori. 

"Non ti muovere" di Margaret Mazzantini inizia con forza, con un impatto. Lo scooter della quindicenne Angela, si scontra con una macchina. È una giornata di pioggia, Angela non rispetta lo stop, la strada è scivolosa di fango e di sterco di uccelli, la ragazza si schianta sull'asfalto e da quel momento perde la sua vita vigile. 

Ha un trauma cranico, necessita di una operazione d'urgenza. Il padre Timoteo è chirurgo presso l'ospedale nel quale viene portata la ragazza e appena apprende la situazione della figlia, sprofonda nell'angoscia peggiore al mondo: la paura di perderla. La moglie di Timoteo sta solcando i cieli per raggiungerli, ignara di quanto sia grave Angela. Lui attende la sorte di Angela nella sala d'attesa mentre Alfredo, un suo amico chirurgo aspira l'ematoma nel cervello di Angela. "… resta, figlia nostra. Non ti muovere."

                                                                                                                                PROMOZIONE EDITORIALE

 In questo stato di sospensione che è dialogo con Angela e dialogo con sé stesso, Timoteo prega la figlia di non muoversi, di non lasciarlo. Nel silenzio dei minuti che scorrono, parla con la figlia narrandole la parte più profonda e nascosta di sé come in un confessionale. 

Quello che mi ha affascinato da subito, è la formidabile scrittura di questo romanzo. La Mazzantini riesce con le parole a pennellare immagini. Con uno stile armonioso, dalle frasi brevi e incisive ci trasporta nell'anima di Timoteo e nello stesso tempo nelle situazioni da lui vissute. Sono rimasta colpita dalla descrizione dell'incontro di Timoteo con questa donna trasandata di periferia nella quale si imbatte in un bar. Lui stava in viaggio per raggiungere la moglie Elsa nella loro casa sul litorale, la macchina si spegne all'improvviso così entra nel bar per sapere dove trovare un meccanico. La ragazza non bella, tutta ossa e con troppo trucco agli occhi, lo conduce dal meccanico e visto che è chiuso, a casa sua a fare una telefonata. 

Per Timoteo come per noi lettori, è come venire catapultati in un mondo alieno, nuovo. Tutto trasuda povertà e la Mazzantini riesce con maestria, a farci sentire il puzzo da vespasiano negli androni, vediamo le scritte spray sui muri, il degrado delle case in costruzione ma già occupate, pulsanti di ascensori scoperchiati, piloni di cemento abbandonati, gradini luridi e cosparsi di siringhe. La casa della ragazza è sporca, piena di ninnoli, la camera ha come porta una tenda di lingue di plastica. 

                                                                                                                                  PROMOZIONE EDITORIALE

La ragazza che si chiama Italia, è immersa nel suo ambiente, lo rappresenta. Tutto è povertà, il trucco che si scioglie con il sudore, le unghie mangiucchiate, la camminata sgraziata, i capelli con la ricrescita, il corpo che, come definisce Timoteo, è inospitale. Eppure, Timoteo, chirurgo che non ama più il suo mestiere e che è incastrato in una esistenza che non gli appartiene, che vive dignitosamente, che ha una moglie bella, intelligente ed elegante, fa sesso con questa sconosciuta, un sesso che assomiglia a una violenza, e va via. 

Da quel momento, Timoteo continua a tornare da quella donna, fa i suoi comodi con il corpo di lei. Va da Italia, a bidonville, con l'euforia di chi va al Luna Park. Nonostante provi più volte a smettere, non riesce e ogni volta si ritrova con lei. Il loro rapporto evolve, è carnale e primitivo ma si vena di tenerezza e intimità. "Cosa vuol dire amare, figlia mia? Tu lo sai? Amare per me fu tenere il respiro di Italia nelle braccia e accorgermi che ogni altro rumore si era spento.

" Timoteo è al centro di tre rapporti con tre donne, la moglie, la figlia, l'amante. Ognuna di essa viene descritta attraverso i suoi occhi e la Mazzantini scende a fondo nell'esplorazione delle anime, mette a nudo gli umori, i pensieri reconditi. Si parla di amore in un modo viscerale, la Mazzantini non solo dà voce ai pensieri meno onorevoli di Timoteo ma ci descrive anche le reazioni del suo corpo e le sue sensazioni durante il sesso. La bellezza di questo romanzo, secondo me risiede anche nel finale. Un finale che non sembra essere nato da una penna, un finale che è reale come un urlo nella notte. 

Nella sua amarezza, profondamente dolce. È un risveglio, una liberazione. Timoteo, uomo che si mostra nelle sue debolezze, nella sua meschina viltà, è capace di un amore enorme per Italia, un amore che li devasterà entrambi, che sarà, in eterno, una misteriosa presenza nel vuoto. E poi c'è l'amore per la figlia Angela, l'amore di un padre spezzato in due ma attento e sensibile alla figlia che cresce. Lui è lì a proteggerla ma anche a catturare le sue risate, a farle sue. E poi Elsa, la sua compagna di vita che ama per quello che è e per quello che hanno costruito. Loro come "due vecchi podisti in marcia verso un traguardo di polvere". 

                                                                                                                                 PROMOZIONE EDITORIALE

Personaggi che non si muovono dalla nostra mente, personaggi che ci sembra di avere conosciuto nella vita di tutti i giorni. In ognuno di loro ci siamo riconosciuti, in ognuno di loro abbiamo letto i nostri pensieri. L'amore è un sentimento gigantesco, è un pianeta in movimento a volte evidente, a volte imperscrutabile, è mobile come le sue ombre, luminoso di luce e tremante di paure.


Carlotta Servidei scrittrice
Carlotta Servidei scrittrice