Ciò che andrete a leggere non è un romanzo, non è un romanzo breve, né un racconto breve, non è sicuramente una raccolta di racconti né di poesie. Non è un saggio o una raccolta di saggi brevi. Non è un soggetto né una sceneggiatura. Detto in tutta franchezza non saprei dove collocarlo né come definirlo. Diciamo che è un contenitore virtuale; un contenitore di situazioni, idee, frasi, argomenti, ragioni. Come diceva il grande Jerome K. Jerome: "Sono pigro, ma non me ne vanto, è un dono di natura". Mettiamola così: una sera, ascoltando i Nirvana su iTunes, la TV accesa (film con Carlo Verdone) con il volume azzerato, mi sono chiesto: "E se riprendessi a scrivere? E se scrivessi qualcosa di più lungo di quattro pagine, tanto per cambiare?"
Ciò che leggerete di seguito, sono solo dei miei frammenti di vita, degli stralci di ordinaria alienazione.
Questo piccolo delizioso libro è scritto sulla strada, dove la letteratura nasce prima della rifinitura a cesello. On the road nello spirito e sulla carta da Est a Ovest di una Route 66 immaginaria ma neanche tanto. Un itinerario ritmico e lineare ma anche contromano, con cocktail improbabili, hippies, fotografie dei tramonti e tutti i personaggi che incontriamo nel cammino. Quelli veri, che non viaggiano in limousine ma a piedi contando i passi del tempo che chiamiamo vita