La via per la felicità passa dalla nostra capacità di godere del presente, liberandoci di condizionamenti limitanti e relazioni insidiose. Con l'ironia che la caratterizza, l'autrice ci conduce in un viaggio irriverente, tra le persone tossiche che frenano il nostro potenziale: manipolatori seriali, ingrati cronici, invidiosi pronti a screditarci, figuranti da banchetto che appaiono in concomitanza con le cerimonie in corso: i più macabri hanno una predilezione per i funerali. Non mancano i genitori onnipresenti che non rispettano la specificità dei figli e tendono alla sopraffazione. Per tutelare la propria salute occorre "fare la raccolta differenziata" e mettere fuori dalla porta ciò che fa soffrire. Solo affrancandoci dagli schemi mentali e dai limiti imposti da una società individualista, ritroveremo la strada del cuore. I riferimenti all'esperienza avventurosa dell'autrice dimostrano che nulla è impossibile, neanche la felicità. Come nella leggenda salentina in cui la ragazza, morsa dalla taranta, si scatena in una danza per espellere il veleno, così noi, feriti dalle delusioni, dobbiamo liberare la nostra essenza, in equilibrio tra la terra e le stelle. L'universo ha in serbo opportunità sorprendenti, quando si ha il coraggio di accogliere il cambiamento.
Dall'analisi satirica del contesto sociale in cui siamo calati, emerge la riflessione filosofica e la necessità di scardinare gli schemi, per orientarsi a un nuovo modo di vivere, che riveda il rapporto umanità-natura.
"A un certo punto del mio percorso, ho deciso di fare la raccolta differenziata e di porre i cartelli sui bidoni, così che si potessero riconoscere con chiarezza le provenienze di quegli scarti di vita. Mi sono seduta in terrazzo, tra le impronte dei gatti che giocano di notte, e ho sollevato gli occhi per respirare il profumo del cielo. Non siamo tenuti a sopportare le catene, né le persone che cercano di mettercele, siamo tenuti ad essere felici."