Splash! Crash! Gulp! Le onomatopee i suoni e i rumori della scrittura

26.11.2022

I termini onomatopeici fanno ormai parte della nostra vita: non li troviamo solamente nei libri, in particolare nei fumetti per ragazzi ma li utilizziamo anche quando parliamo con i nostri amici, magari con fare ironico. Quante volte ci troviamo infatti a dire «bla bla bla...», oppure «sigh...» o ancora «bang!», tutte parole che in realtà non esistono ma che fanno parte di parole onomatopeiche utilizzate nella letteratura. Entriamo nello specifico e cerchiamo di capire meglio cosa sono e a cosa servono.

L'onomatopea è una parola o meglio un'espressione all'interno di un sistema linguistico, che riproduce un suono, un rumore, un verso di animale o uno stato d'animo.

Sono particolarmente diffuse nel linguaggio dei fumetti dei libri per bambini e ragazzi, ma non solo, le si trovano in molte opere letterarie, spesso nelle poesie.

Le onomatopee si distinguono in primarie e secondarie:

Quelle primarie è l'onomatopea vera e propria; si tratta di un termine o di un'espressione che in sé e per sé non sono portatori di significato; la sua funzione è quella di evocare un determinato suono; i classici esempi sono espressioni come "splash" (qualcosa che cade nell'acqua), "crash" (uno scontro dovuto ad un grande impatto), "gulp" (inghiottire), "sigh"(un sospiro), "ah ah" (risata), "miao miao" (il verso del gatto), "bau bau" (l'abbaiare del cane) o "etciù" (lo starnuto).

Quelle secondarie, si tratta invece di termini che sono portatori di significato; in genere si tratta di verbi, esempi tipici sono: "miagolare", "frusciare", "ronzare"; sostantivi: "miagolio", "fruscio", "ronzio" o aggettivi: "miagolante", "frusciante", "ronzante".

Le onomatopee, se usate in maniera efficace, contribuiscono a dar vita alla scrittura, dando la sensazione che le parole siano in sé stesse coinvolgenti. Il potere dell'onomatopea nella scrittura consiste nel fatto che stimola la maggior parte dei sensi di chi legge. È un "suono scritto", che contribuisce a conferire gravità e profondità a dei passaggi che altrimenti potrebbero suonare fiacchi. Se qualcuno lancia un sasso in un fiume quindi "ploff", invece che semplicemente "gettato in acqua", il lettore è incoraggiato ad immaginare il suono che fa, e forse anche la consistenza di ciò che viene descritto.

Vi riporto qui di seguito alcune onomatopee più utilizzate:

"Ah ah": risata; "bang": il colpo di pistola; "din don": le campane; "bla bla": un chiacchierare indistinto; "shhh": il sibilare per richiedere silenzio; "boom": un'esplosione; "clap clap": l'applauso; "eh eh": risatina furbesca o sarcastica; "cip cip": il cinguettio di un uccellino; "splash": qualcosa che cade nell'acqua; "boing": il rumore della molla o di qualcosa di simile; "mumble mumble": il pensare quando si è assorti; "Mmmm": l'emettere suoni quando si è imbavagliati; "gulp": il grande stupore; "whamm": una fiammata; "smack": lo schiocco di un bacio; "sigh": il sospiro; "Zzz": il sonnecchiare; "ahi": urlo di dolore; "slam": una porta che si chiude con violenza; "clunk": un oggetto che cade; "cough": un colpo di tosse; "ahr ahr": il ridacchiare burbero e grottesco; "chomp": il masticare; "sgrunt": borbottare arrabbiato.


                                                                           A cura di Giuseppe Giarnera