La carta, l'anima dei libri: quello che si vede, quello che si tocca, quello che si sente.

23.11.2022

Nonostante la carta sia la materia prima di cui sono fatti i libri, in pochi sfogliando un libro sono in grado di dire di che tipo di carta sia fatto. Inoltre, la carta è fondamentale per la valutazione dei libri, in quanto sono oggetti attraverso la vista, il tatto e l'olfatto. Quasi nessuno è in grado di dire perché un libro ingiallisce, oppure una copertina se è goffrata o marcata a feltro o ancora quali editori usano la carta migliore

La carta si ottiene dalle fibre disidratate di cellulosa che vengono sciolte nell'acqua fino a formare una pasta, che si può stendere in fogli. La sua qualità dipende dal tipo di cellulosa utilizzata: se è carta di cellulosa derivata da fibre che si usano nel settore del tessile come lino o cotone, oppure estratta dal legno, quindi dal tipo di legno, dai minerali nell'impasto e dai procedimenti chimici a cui è stata sottoposta. La cellulosa viene commerciata sotto forma di grossi fogli da sciogliere nell'acqua, insieme ai minerali, come il carbonato di calcio, il talco o il caolino, lo stesso usato per fare la porcellana. 

Questi fogli di cellulosa possono esseri bianchi o avorio a seconda del colore della carta che si vuole ottenere. La carta più preziosa deriva dalla cellulosa fibrosa, che viene estratta da piante come il cotone o la canapa, mentre quella del legno, costa meno ma contiene più lignina, la sostanza colpevole dell'invecchiamento o dell'ingiallimento. Per valutare quindi la qualità della carta di un libro, è vedere se invecchiando ingiallisce sui bordi.

La carta si divide in due grandi categorie: naturale e trattata. La carta naturale o usomano, è quella dei quaderni, cioè per scrivere a mano, è quella normalmente usata per gli interni dei libri in commercio. La qualità varia molto a seconda della quantità di lignina e dalla lunghezza delle fibre che dipendono dal tipo di albero da cui è estratta la cellulosa. Pini e Abeti, hanno la fibra lunga, mentre Aceri, Faggi, Eucalipti hanno la fibra corta, quindi, producono tipi di carta più opaca.

Le carte trattate possono essere: patinate, marcate a feltro, goffrate o vergate, filigranate.

Le carte patinate sono quelle delle riviste, la patina è ottenuta aggiungendo alla cellulosa una quantità di carbonato di calcio, ne consegue che pesa di più, ma a parità di peso costa meno perche' il calcio è meno caro della cellulosa.

Le carte marcate a freddo, sono quelle che si ottengono stendendo i fogli ancora bagnati su tappeti di feltro, in modo da riprodurre il disegno e le irregolarità. È un tipo di carta che viene spesso utilizzata in editoria perché al tatto dà una sensazione di matericità e porosità che altre carte non danno.

La carta goffrata o vergata viene fatta passare a secco dentro dei rulli che imprimono un disegno più regolare di quello lasciato dal feltro.

Infine, la carta filigranata molto utilizzata per le banconote, ma anche carte speciali di libri preziosi, che lasciano intravedere un motivo all'interno. A differenza delle carte marcate o goffrate, nel caso della filigrana il disegno è nell'impasto e non impresso a posteriori sulla carta.

La carta si vende a peso, che è espresso in grammi per metro quadrato. Il costo può variare moltissimo: si va dai 700 euro a tonnellata della carta più scarsa, quella da "giornale" per intenderci, ai 1500 euro di una carta preziosa, in editoria incide l'otto per cento sui costi totali di un libro.

Naturalmente l'incidenza varia a seconda delle quantità di copie stampate, del numero di pagine e delle dimensioni finali del libro, che però dipendono anche e soprattutto dal tipo di carta: se per esempio il testo è troppo corto perché il libro possa apparire un oggetto dignitoso, l'editore può decidere di renderlo più alto, aumentando la grammatura della carta, cioè lo spessore. La qualità della carta insieme alla rilegatura, che può essere cucita a mano o incollata rimane l'indicatore principale della raffinatezza dell'edizione.

Uno degli editori italiani attenti alla carta è Sellerio. I libri di Sellerio sono di formato ridotto proprio perché alcune collane costerebbero troppo per avere prezzi competitivi. Quasi ogni collana è associata a un particolare tipo di carta prodotta dalle Cartiere Miliani Fabriano.

L' Adelphi punta da sempre sulla carta, non l'ha mai cambiata dal 1963 quando fu progettata. Le sovracoperte della Biblioteca Adelphi sono in una variante liscia, senza goffrature e rilievi.

Il gruppo Mondadori, il maggiore editore italiano, compra la carta per tutto il gruppo dalla Holmen paper, una grande cartiera svedese che produce anche legname. La carta dell'interno dei libri è una normale usomano di buona qualità, ma non ai livelli di Sellerio e Adelphi.

Gli interni dei libri Einaudi invece, sono in normale carta usomano avoriata. Il colore avorio ha la funzione di diminuire la trasparenza delle pagine e, quindi di migliorare la lettura.

Quello che dona la forza ad un libro si basa su tre fattori: quello che si vede: quindi, il formato, la grafica della copertina e il carattere del testo; quello che si tocca: quindi, la carta ruvida o liscia, sottile o spessa; quello che si sente: quindi, l'odore, che è l'elemento più inafferrabile, forse per questo più romantico per gli amanti dei libri.

Quell'odore che dipende dall'età del libro, da dove e stato conservato, dal tipo d'inchiostro usato, dal tipo di carta e da come tutti questi fattori interagiscono tra loro.




                                                                                                                     A cura di Giuseppe Giarnera