"Garamond" il carattere tipografico delle case editrici

01.04.2023

"Il Garamond" marchio di fabbrica

Quasi tutti i libri italiani sono stampati in "Garamond", anzi, per meglio dire, in "Simoncini Garamond" un carattere tipografico disegnato nel Cinquecento da un tipografo francese Claude Garamond e successivamente modificato in parte nel 1958 da un altro tipografo questa volta bolognese, Francesco Simoncini

Il tema dei caratteri tipografici e talmente ampio, le differenze così sottili e invisibili ai non esperti, che semplificarlo è rischioso, ma sostanzialmente si può dire che l'interno dei libri italiani e dei libri in generale è molto simile a com'era cinquecento anni fa. 

Una recente indagine condotta da alcuni esperti, ha rilevato che il carattere Simoncini Garamond è utilizzato dalle case editrici Bompiani, Sellerio, Feltrinelli, Salari, Longanesi, Guanda, il Saggiatore, Nottetempo edizioni e Iperborea. Inoltre risulta essere il carattere ufficialmente adottato per tutta la corrispondenza del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.

Il carattere tipografico dei libri Einaudi, invece, si chiama Einaudi Garamond, perché fu commissionato da Giulio Einaudi nel 1956 a Francesco Simoncini, ma in realtà è un Simoncini Garamond con inconsueti e vezzosi accenti acuti sulle «i» e sulle «e» anche se normalmente sono accenti gravi. 

La Narrativa italiana e straniera di Mondadori è in "Palatino", che assomiglia al Garamond, alcuni lo chiamano il «Garamond tedesco» ma ha il vuoto dentro le lettere leggermente più grande, e le ascendenti e le discendenti, cioè le stanghette delle «b» e delle «p» leggermente più corte.

Il Simoncini Garamond, insomma, si è imposto come carattere standard. L'unica eccezione rilevante sembra essere la casa editrice Adelphi, che ha scelto come font dei suoi trattati il "Baskerville", che fu disegnato nel 1757 da John Baskerville, più moderno e più contrastato del Garamond. 


Caratteri diversi

Un altro carattere tipografico moderno importante per l'editoria italiana è il Pastonchi, fatto disegnare per la collana dei Classici Italiani da Mondadori negli anni Venti. 

I caratteri tipografici sono elementi fondamentali per l'editoria, l'elemento base per la comunicazione stampata, come i mattoni per l'architettura o le note per la musica. 

Tutti li vedono, ma raramente qualcuno li guarda e ci presta attenzione. Eppure, rappresentano letteralmente il carattere di un testo e la faccia di un libro. In inglese, infatti si dice type-face, mentre il termine font deriva dal francese medievale fonte, che significa «fuso» il riferimento è alla macchina a caratteri mobili inventata da Johannes Gutenberg nel 1454, che ricavava i caratteri, appunto, dalla fusione del metallo.

E gli scrittori italiani, che font utilizzano per le loro opere?

Alessandro Baricco il Garamond; Valeria Parrella il Times new roman; Paolo Cognetti il Baskerville e il Century; Paolo Nori  il Times new roman e America typewriter; Antonella Lattanzi il Garamond; Nicola Lagioia il Times new romans; Marco Missiroli, il Garamond.




A cura di GIUSEPPE GIARNERA
A cura di GIUSEPPE GIARNERA