'La fine dei vent'anni' mi ha letteralmente riportata indietro nella Bologna di qualche tempo fa; ho respirato 'drammi giovanili', aule e feste universitarie, amicizie credute indissolubili e ricordato del mio sogno di voler cambiare il mondo.
L'autore descrive in modo sublime lo scenario dolce-amaro della gioventù che ci è appartenuta, rimarcando divari sociali, futuri già scritti e progetti infranti, raccontando di un'amicizia autentica, venuta a crearsi nei corridoi dell' Università: quella tra Max, il protagonista, e Luca, suo migliore amico.
Il valore della vera amicizia tra uomini, così sottovalutato nell'odierna società, mi ha toccata profondamente.
Ho adorato lo stile: ricercato e forbito ma anche tremendamente vero e sincero, sposato perfettamente con ciò che è il protagonista stesso. Il punto di vista maschile è reale al punto da risultare pungente e adorabile al contempo. Le pagine si divorano ad una ad una, trascinandoti nella storia con passione, drammi, colpi di scena e sconvolgenti rivelazioni.
'La fine dei vent'anni' mi ha fatta letteralmente sognare ad occhi aperti, facendomi immedesimare in quelle avventure passate che hanno lasciato spazio alla cruda vita adulta.