"Il Magazine Letterario" la rubrica di Fausto Tomio 

24.04.2023

"Il mondo perduto" di Arthur Conan Doyle - quarta e ultima parte 

Eccoci alla conclusione dell'articolo su "Il mondo perduto" di Arthur Conan Doyle.

Diciannovesima puntata de "La dodicesima luna".

"IL MONDO PERDUTO" di Arthur Conan Doyle. 

Giunti al luogo e al momento di aprire la busta, prima sorpresa: il foglio è bianco! Niente istruzioni e niente coordinate! Il professor Summerlee afferma che era tutta una burla, ma Lord John non ci crede. Stanno ancora discutendo, quando appare il professor Challenger in persona. Spiega che nei suoi intenti avrebbe dovuto incontrarli prima del momento di aprire la busta, ma un paio di impedimenti lo hanno rallentato

Il professor Challenger racconta loro tutta la storia. Nel corso di una spedizione precedente, si era imbattuto in un esploratore/artista americano, tale Maple White, morto poco prima che gli potesse prestare aiuto. Fra le sue cose c'erano dei disegni che ritraevano in modo inequivocabile degli animali preistorici e le indicazioni per raggiungere il luogo dove si trovavano.

Allestita la spedizione, il viaggio comincia. Sarà lungo e interessante, minuziosamente descritto dall'Autore, accompagnato dalle continue dotte dispute fra i due professori, in continuo disaccordo su tutto.

Conan Doyle racconta gli eventi attraverso il resoconto di Malone, il quale tiene diligentemente nota scritta di tutto ciò che accade e ogni volta che gli è possibile lo invia al suo capo.

Come sempre devo lottare col desiderio di raccontare tutta la storia ma, a parte che ci vorrebbe molto spazio, più di quello che in effetti ho, non vorrei guastare la sorpresa a chi non lo avesse letto e intendesse farlo. Se avete visto dei film, o dei telefilm, lasciate perdere, non crediate di conoscere la vera storia del mondo perduto, o Terra di Maple White, come viene chiamato in onore dello sfortunato primo scopritore: vi assicuro che il libro, come accade in genere, è molto meglio.

Non vi racconterò quindi delle avventure e delle disavventure, dei tradimenti e delle dimostrazioni di assoluta devozione, delle meravigliose, anche se spesso pericolose, scoperte, delle difficoltà, prima di raggiungere, e poi di lasciare, quella incredibile terra; e nemmeno delle croci e delle delizie che accoglieranno i nostri eroi al loro ritorno in patria. Non vi racconterò, dicevo, nulla di tutto questo; vi dirò soltanto che è valsa la pena leggerlo, e mi sono gustato ogni singola parola.

Link utili:

https://it.wikipedia.org/wiki/Arthur_Conan_Doyle

https://www.arthurconandoyle.com/

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_mondo_perduto_(Arthur_Conan_Doyle)#:~:text=Il%20mondo%20perduto%20%28The%20Lost%20World%29%2C%20edito%20anche,e%20da%20esso%20sono%20stati%20tratti%20numerosi%20film.


"LA DODICESIMA LUNA" diciannovesima puntata

"Credo sia più o meno tutto per ora" disse loro. "Prepariamoci a cogliere la nostra più ghiotta occasione, a portare a termine quella favolosa impresa alla quale vi ho preparati in tutti questi anni."

Nessuno parlò, ciascuno era immerso nelle proprie riflessioni. Era un momento così solenne che appariva un sacrilegio turbarlo col suono delle voci. Si apprestavano ad affrontare la sfida più grande, quella che avrebbe cambiato radicalmente le loro esistenze. Si rendevano conto che se avessero avuto successo non sarebbero più stati gli stessi. E se avessero fallito, beh… non sarebbero più stati e basta, perché sarebbero morti. In un caso o nell'altro, la loro vita era ad una svolta decisiva.

"Bene, è ora che io torni sulla Elaine" disse Kunhir ad un tratto.

L'incanto si ruppe e ciascuno sembrò risvegliarsi da un lungo sonno.

"Non sarebbe meglio rimanere tutti qui? Se sbarcassimo con una sola nave daremmo meno nell'occhio" suggerì Bedwyr.

"Non credo sia una buona idea sbarcare tutti insieme" intervenne Angus. "Sarebbe anzi preferibile che i gruppi più adatti, cioè il mio e quelli delle Elfe, scendessero per primi, in modo da sgombrare la via da eventuali pattuglie nemiche. Perché immagino che ce ne saranno, vero?"

Helwin annuì. "Più di quante immagini, e non tutte possono essere affrontate con le comuni armi."

"Allora andrò anch'io" disse Elettra. "La mia magia dovrebbe essere sufficiente, no?"

"E perché non io, allora?" ribatté Alice.

"Ragazze, non cominciamo!" le riprese Helwin, prima che si mettessero a bisticciare su chi fosse la più potente, come sempre accadeva.

"Nessuno di noi dispone di 'comuni armi'" puntualizzò Kunhir. "Sono tutte magiche, e lo stesso dicasi per le armature, altrimenti non saremmo qui. Solo dei pazzi si imbarcherebbero in un'impresa del genere senza essere ben provvisti di ciò che occorre."

"Scenderò io per primo" si offrì Wilfred. "Passare inosservato è la mia specialità, e da solo mi muoverò più in fretta."

"Tu ci servi per disinnescare le trappole all'interno" gli ricordò Theodor. "Non devi rischiare la pelle inutilmente. Chiunque tra gli elfi può svolgere questo compito altrettanto bene, ed anche Angus o uno dei suoi."

"Kunhir?" chiamò Helwin.

"Secondo me ha ragione Angus: è meglio che sbarchino per primi lui e gli elfi. Dovrebbero prendere terra qui, in questa piccola cala" disse, indicando il luogo sulla mappa.

"Sembra lontana dal punto di approdo di quella nave" fece notare Balor.

"Infatti. Appunto per questo scenderei qui. Oltre tutto la costa è meno frastagliata e corriamo meno il rischio di finire ai pesci" rispose il guerriero.

"Mi pare molta strada da fare. Potremmo scendere più vicini, la nave è robusta" intervenne Fillin, lo gnomo.

"Certo, la nave è robusta, ma anche le scogliere lo sono. Con il mare grosso, la tieni tu la nave lontana dagli scogli mentre sbarchiamo? Sempre ammesso che ci sia la possibilità di arrivare abbastanza vicini alla costa da non dover usare le scialuppe. Certo, anche quelle sono robuste, però…" ribatté Kunhir.

(continua)