FAUSTO TOMIO CONSIGLIA

19.06.2023

In questo saggio storico, Andrea Frediani parla essenzialmente dello scontro tra i Vandali e l'Impero Romano loro contemporaneo.

Il regno dei Vandali non durò molto, come sappiamo, e non fu poi così esteso e popoloso, ma la sua opera, fino a quando durò, fu abbastanza letale da dare dei fieri colpi a un apparato statale decisamente in declino. Riducendo la descrizione all'osso, i Vandali erano in pratica solo una banda di predoni, che seppero impiantarsi sulle strutture della parte di impero da loro conquistata e le sfruttarono per trasformarsi in pirati.

Vengono anche analizzate le nuove riorganizzazioni dell'esercito e della marina imperiali, assai diverse da quelle classiche, quelle che consentirono di ridurre il mar Mediterraneo a un lago romano.

Appare chiaro che, in realtà, la debolezza di quello che era stato un grande e potente impero, non era questione di organizzazione militare, bensì di tempra, sia dei militari che dei civili. L'intero popolo dell'impero era solo l'ombra dei suoi antenati. A riprova di ciò, vediamo che la flotta riunita dai romani per affrontare i barbari era immensa, 1113 navi, fra quelle da guerra e quelle da trasporto; probabilmente la più poderosa mai messa in mare fino a quel tempo, però fu sconfitta per i soliti classici motivi: stupidità, incapacità, corruzione: i chiari sintomi del marcio dell'intero popolo romano, a cominciare dalla classe dirigente, di allora; tale infatti lo considero, per quanto, in realtà, fosse composto da numerose etnie e culture, anche molto diverse fra loro, ma da lungo tempo sotto un governo comune.

Mi è piaciuto molto per lo stile, il periodo, che nei libri di storia che ho avuto a scuola non è molto trattato, la profusione di informazioni e anche le tavole illustrate, che aiutano a farsi un'idea della gente del tempo.