"CAPITAN TEMPESTA” di Emilio Salgari. Seconda parte.

20.03.2023

Eccoci al nuovo numero del magazine. Seconda parte di "Capitan Tempesta" e quattordicesima puntata del racconto "LA DODICESIMA LUNA"

CAPITAN TEMPESTA" di Emilio Salgari

La città cade, difensori ed abitanti vengono massacrati, tranne quei pochi che riescono a nascondersi e a fuggire. Capitan Tempesta, al secolo Eleonora, duchessa d'Eboli e pochi altri, riescono a scamparla grazie all'aiuto del giovane guerriero musulmano graziato da lei. Lo schiavo arabo di Eleonora, El-Kadur, travestitosi da turco, si è infiltrato da tempo nel campo nemico per scoprire dove sia tenuto prigioniero il visconte francese, Gastone le Hussière, fidanzato della duchessa, per poterlo liberare: tale, infatti, è il motivo che l'ha portata a Famagosta. Proprio questi ha l'idea di coinvolgere il turco, riscuotendo il debito di riconoscenza. Fortunatamente, il giovane è un uomo d'onore, e in più è figlio del pascià di Damasco; quindi, un pezzo grosso che può permettersi di prendersi delle libertà negate ad altri.

Egli stesso li accompagna fuori della città dopo avergli fornito abiti turchi, cavalli, armi, denaro in abbondanza; e gli noleggia pure un piccolo veliero con un equipaggio di rinnegati, cristiani diventati musulmani per salvarsi la vita, più che disposti ad aiutare la duchessa a liberare il suo innamorato.

Scoperto il luogo di prigionia, un castello in un altro luogo dell'isola, i nostri eroi vi si intrufolano "sotto copertura"; per rendere il tutto più credibile, il turco autorizza Eleonora ad usare il suo nome. Padrona di casa è Haradja, una bellissima turca, nipote del capo della flotta musulmana. Anch'ella è una guerriera, tanto che ha addirittura una galea al suo comando, oltre alla guarnigione del castello. Ha un temperamento forte, passionale, e molto crudele. Ciò sembra dovuto, almeno in parte, alla consapevolezza che finché sarà nubile potrà godersi la propria libertà, ma il giorno in cui fosse costretta a sposarsi finirebbe in un harem, e quindi in una vera e propria tomba, visto che non sarebbe più stata libera di viversi la vita a modo suo.

                                                                                                                                 PROMOZIONE EDITORIALE

link utili:

https://it.wikipedia.org/wiki/Emilio_Salgari

https://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-salgari_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/

https://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1520&biografia=Emilio+Salgari


"LA DODICESIMA LUNA" quattordicesima puntata

A ben guardare anche le due maghe avevano delle apprendiste, molto giovani e che sembrava volessero imitare le loro maestre, sia negli abiti che nell'aspetto.

L'apprendista dell'alchimista era l'opposto del suo: grasso quanto Ulrich era magro, alto quanto il maestro era basso, ridanciano quanto l'altro tetro.

Infine i loro sguardi si posarono su Elaine, vestita ed armata similmente a loro stesse, però senza cotta di maglia e con l'arco lungo, l'attillato costume verde scuro, gli alti stivali dello stesso colore, spada e pugnale. I suoi lunghi ed inanellati capelli biondo rossicci sciolti, al vento. Appariva leggermente più alta e più formosa delle elfe, ed i suoi orecchi erano solo leggermente a punta.

E infine Kunhir, di statura un po' superiore alla media, corta barba e lunghi capelli scuri, armatura di cotta di maglia brunita, pettorale di cuoio e metallo nero, così come gli schinieri ed i bracciali, la famosa spada magica, alla quale doveva il suo soprannome, sulla schiena, e le spade gemelle appese all'alto cinturone metallico, nel quale erano infilati un lungo pugnale ed i coltelli da lancio.

Alle loro spalle era schierata una lunga fila di guerrieri dall'aspetto ed equipaggiamento simili al suo. A quanto pareva si era formato un piccolo esercito.

Anche i marinai apparivano numerosi e ben armati.

                                                                                                                                  PROMOZIONE EDITORIALE

Ben presto tutti si ritrovarono nella locanda, fra abbracci, scherzi e battute.

"Ci siamo quasi tutti" disse Helmut. "Ormai non mancano che Uryen, Cumar, Bedwyr e Sahur."

"Allora non manca più nessuno, stanno arrivando. In compagnia, pare" intervenne Wilfred che sbirciava dalla finestra.

Quattro guerrieri umani a cavallo, si erano fermati davanti alla locanda. Li accompagnavano una trentina di individui tra cacciatori e guerrieri, in armatura di cuoio. I primi erano arcieri, i secondi erano forniti di scudi ed armi da mischia.

Tutti e quattro indossavano armature d'argento, semi nascoste da ampi mantelli verdi bordati d'oro. Alla loro testa vi erano una specie di gigante barbuto in tunica verde, anch'egli a cavallo, un enorme stallone nero, ed un piccolo halfling piè peloso, dai ricciuti capelli biondi, vestito di verde scuro, a cavallo di un pony e fornito di un mandolino.

Tutti portavano al collo un medaglione d'argento, con incisa una piccola foresta, sovrastata da un'esile figura di donna, sdraiata, con i capelli che si fondevano con le cime degli alberi.

Due dei robusti guerrieri in armatura d'argento, il gigante e il piè peloso entrarono.

"Che vi è successo?" chiese Wilfred.

Bedwyr, l'halfling, si inchinò, ghignando furbescamente. "Il nostro amico Uryen" disse indicando il gigante "ha finalmente trovato la sua vocazione, ora è un sacerdote."

"E' la verità" intervenne Uryen, solennemente. "Gweeneen mi ha parlato ed io ho accolto il suo messaggio, fondando la sua chiesa. Al pari di me, i nostri compagni, Cumar e Sahur, hanno accolto il suo invito, fondando un ordine guerriero al suo servizio."   

Kunhir inarcò un sopracciglio. "La piccola ha fatto carriera" mormorò.

"Avrà seguito i tuoi consigli" gli bisbigliò all'orecchio Elaine.


Fausto Tomio scrittore
Fausto Tomio scrittore