Battiti Letterari la rubrica di Carlotta Servidei

01.02.2023

"L' insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera

L'amore... esiste qualcosa di più grande? L'amore cos'è? Tante risposte per una sola domanda. Vediamo cosa ne dicono gli autori. Milan Kundera crede che l'amore nasca tra una persona leggera e una pesante.

 Chi è pesante si innamora perdutamente di chi è leggero e viceversa. Ma cosa significa? Kundera ce lo illustra intrecciando la vita di quattro personaggi vissuti intorno al 1968, durante la Primavera di Praga interrotta dall'invasione sovietica. 

Il Romanzo

I primi due brevi capitoli della parte prima de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" sono considerazioni filosofiche sulla leggerezza e sulla pesantezza. Kundera stimola da subito la nostra mente parlando dell'eterno ritorno di Nietzsche e della filosofia di Parmenide. 

È una caratteristica di Kundera, a mio avviso, portare la filosofia nella letteratura, mischiarla al vissuto, prenderla come spunto per riflettere sul quotidiano. 

La scrittura di questo autore rimane leggera e scorrevole pur parlando di argomenti profondi e complessi. Ti dà la sensazione che tutto sia a portata, Kundera riesce a inserire la profondità del pensiero nella nostra vita di tutti i giorni. Ti senti nella testa di uno dei personaggi quando, inaspettatamente, in una situazione ordinaria, ha un lampo nella mente che lo fa pensare cose che sembrano assurde. 

Come Tomáš che mentre Tereza è febbricitante, immagina di trovarsi al suo capezzale sul letto di morte e di non voler sopravvivere alla perdita di lei. Eppure Tereza non la conosce per niente, ha solo passato con lei una notte di sesso. Così può nascere l'amore, prendendosi cura di un'altra persona, lasciando entrare nella propria frivola vita, una persona pesante, impegnativa. 

                                                                                                             PROMOZIONE EDITORIALE

Sì perché nel romanzo, Tomáš, chirurgo affascinante che non sa amare e passa da una avventura sessuale all'altra rappresenta la leggerezza, Tereza invece, che viene vista dallo stesso Tomáš come "un bambino messo da qualcuno in una cesta spalmata di pece e affidato alla corrente", rappresenta la pesantezza. 

I due sono agli opposti ma nello stesso tempo, inseparabili. Kundera ci narra lo svolgersi del loro amore come una danza tormentata. E noi lettori ci chiediamo come sia possibile che la leggerezza e la pesantezza possano continuare a vivere insieme nonostante i continui attriti. Tomáš non smette di frequentare le sue innumerevoli amiche erotiche e Tereza ne soffre in silenzio di giorno e di notte urlando e facendo incubi terribili. 

Ed ecco che l'autore inizia a sondare l'animo del suo protagonista rivelandoci un'altra caratteristica dell'amore: la compassione. Sebbene nella nostra concezione comune, amare qualcuno per compassione sia sinonimo di non amore, Kundera ci fa percorrere nuovi percorsi di pensiero, che è una delle sue specialità. 

                                                                                                               PROMOZIONE EDITORIALE

Noi che ci siamo sempre immedesimati nel dolore di Tereza sapendo che il suo amato la tradisce con altre donne, veniamo catapultati nel cuore palpitante di Tomáš. È come un palloncino, leggero, proiettato da solo verso un futuro di piacere che all'improvviso, ricade giù a terra, oppresso dalla pesantezza della compassione intesa come condivisione del dolore di un altro. 

Tomáš sente la sofferenza di Tereza, la prova al suo posto, ingigantita dalla sua stessa immaginazione. Pensa a Tereza, la vede angosciante e sofferente e questo lo tiene unito indissolubilmente a lei. È questo il suo legame d'amore. 

La descrizione di questo stato è molto toccante, ognuno di noi ha sofferto pensandosi dentro un altro e non potendo gestire qualcuno che non siamo noi, ha patito questo senso di impotenza e colpa. 

La compassione è una faccia dell'amore? Sembra proprio di sì. Kundera è un abile narratore, le storie dei personaggi così come gli episodi che vivono, vengono sviscerati a più riprese, da più punti di vista. Kundera fa salti temporali e analizza e ci parla dei personaggi come se fosse uno spettatore. 

Rimangono impresse molte scene come se fossero fotografie. Impresse come forme nella creta del tempo. Indelebili. Come Tomáš "alla finestra del suo appartamento, gli occhi fissi al di là del cortile sul muro della casa di fronte, che non sa che cosa deve fare". In ognuno dei quattro personaggi, riusciamo a scorgere un po' di noi. 

Come dichiara l'autore, sono le sue possibilità che non si sono realizzate. Che potrebbero anche essere le nostre. Il finale de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" non è un finale nel senso classico del termine. Kundera ci fa saltare nel tempo e ci presenta la vita dei protagonisti senza seguire un andamento cronologico. Il suo è un finale senza sorprese ma con tanti concetti sui quali riflettere. 

                                                                                                              PROMOZIONE EDITORIALE

La vita è un grande progetto da realizzare e come ci dice l'autore, non si può mai sapere che scelta fare perché si vive una vita soltanto, non si può confrontarla con le vite precedenti, né correggerla nelle vite future. Il titolo del romanzo nasce dal concetto espresso da un proverbio tedesco Einmal ist Keinmal ovvero ciò che avviene una volta sola, non è mai avvenuto. 

Fra tanti concetti, quello dell'amore è il più intenso. Concludo con la rivelazione più potente su questo sentimento che ci tormenta e ci innalza durante tutta la nostra vita. La troviamo nelle ultime pagine, riferito a un evento che nella sua durezza, toglie il velo dagli occhi. "Forse tutte queste domande rivolte all'amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. 

Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa(l'amore)dall'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza".


Carlotta Servidei scrittrice
Carlotta Servidei scrittrice